Ho avuto la fortuna di conoscere don Dante sin dalla mia giovane età nel 1946 al Castello di Uviglie ove allora
vi era la casa madre dei missionari della Consolata e vi era un piccolo “oratorio per i ragazzi“.
Si giocava a calcio nel grande cortile del Castello e qualche volta veniva a giocare con noi un giovane prete: appunto Don Dante.
Lo ebbi poi per un anno come insegnante di lettere, mentre frequentavo come interno, la terza media al collegio San Carlo di Borgo San Martino, nell’anno scolastico 1946-47.
Ne fui subito ammirato per la sua dedizione all’insegnamento, all’entusiasmo che profondeva nella didattica e la passione per lo studio che sapeva infondere in noi giovani.
Poi, per molti anni, dato il mio lungo impegno per la mia carriera accademica, gli incontri con Don Dante si diradarono, salvo i raduni degli Ex allievi ed incontri a Rosignano.
Ripresi invece a frequentarlo molto, dai primi anni ‘90 fino alla sua scomparsa.
Complice la fortunata circostanza che Lui fu nominato parroco a San Martino ed io sempre più libero dalla professione e dagli impegni universitari.
Ci ritrovavamo ogni domenica dopo la Santa Messa o negli altri giorni a casa mia alla Colma o andando a trovarlo in collegio a Borgo San Martino. Incontri che si
infittirono dopo il 2004: lui senza più impegni per la direzione del collegio ed io in pensione dall’Università’.
Ci accomunavano l’amore per la nostra terra natia del Monferrato, la passione per gli studi classici, la vicinanza delle nostre famiglie, non legate da parentela
anche se con lo stesso cognome, ma per “affinità spirituale“ di tradizione etica e morale.
Divenne il mio “fratello maggiore“, il mio confessore, consigliere, l’amico fidato.
I lunghi colloqui anche telefonici ci tenevano vicini anche nel periodo invernale.
Non vi è mai stato evento gioioso o triste della mia famiglia senza che vi sia sempre stato il conforto, la presenza e l’aiuto di Don Dante.
Vorrei ricordare in particolare la scomparsa dei miei genitori o di mia sorella Matilde e di altri miei familiari. La cerimonia di nozze di mia figlia Maria
Sole nel 1998 il 20 giugno, nella chiesa parrocchiale di Gabiano dove celebrò la cerimonia con una toccante ed indimenticabile omelia.
Fu così che gli oltre 26 anni di frequentazione, mi permisero di condividere con lui ogni progetto e ogni iniziativa.
Molti particolari momenti della sua “missione“ come parroco per me furono motivo di gioia e di conforto per partecipare e collaborare al suo “fervore dinamico“
per rendere sempre più bella la sua Chiesa, la sua parrocchia e donando tutto se stesso ai suoi parrocchiani.
Tutto iniziò nel maggio del 1990. Mi disse che accettava la nomina del vescovo di Casale Monferrato, monsignor Carlo Cavalla a parroco
della parrocchia di San Martino di Rosignano.
Seppe subito trasfondere la sua lunga quarantennale esperienza acquisita nel collegio San Carlo di Borgo San Martino, ove aveva iniziato nel settembre
1956 restandovi sempre sia come preside che come direttore fino al 30 settembre 2000 quando il collegio San Carlo chiuse l’attività didattica e dove
rimase sempre fin quasi all’ultimi giorni della sua scomparsa.
Non meno impegno profuse nella parrocchia di San Martino di Rosignano!
Con grande entusiasmo e sempre con eccezionale energia si dedicò “in primis“ ai suoi parrocchiani, con visite periodiche ai malati ed agli anziani,
all’aiuto alle famiglie bisognose, a coltivare valori etici e morali cristiani di tutti, come ben si poteva avvertire alla Santa Messa domenicale con
la chiesa sempre gremita in ogni ordine e posto, stimolando anche la collaborazione e solidarietà fra loro, e per le sue indimenticabili e toccanti omelie…
Si impegnò nel restauro totale della Chiesa parrocchiale iniziando dal tetto, dagli interni, dalle decorazioni delle cappelle . Rifece la ricostruzione della salita
al campanile con scale e pianerottoli in ferro zincato; restaurò le campane e mise una suoneria nuova.
Restaurò l’antico l’organo a 751 canne della ditta Giovanni Marelli risalente al 1891 e collaudato il 18/10/1898; come pure le porte dell’ingresso monumentale
della chiesa, fece costruire il sagrato in porfido, allargò il piazzale contornandolo di magnifici carpini.
Fece risistemare l’interno luminoso a tre navate con archi a sesto acuto fittamente decorate con finte nervature e ricami su fondo blu. Le belle vetrate
policrome furono risistemate e rinnovate in modo eccezionale, con la collaborazione della popolazione.
Per anni si impegnò anche nel restauro della Casa parrocchiale, tetto, infissi, e tanto altro ancora. Costruì il monumento alla Madonna, rifece sistemare
lo spazio per l’Ufficio Postale, migliorò la sede e gli impianti per l’associazione sportiva e ricreativa.
Nel cimitero di San Martino provvide al restauro di due cappelle: una curata dalla compagnia della Madonna del Rosario e l’altra della compagnia del
Santissimo Sacramento. Restaurò la chiesetta dell’Immacolata adibendola a succursale per la stagione invernale.
Nei lunghi colloqui ed incontri, in particolare mi parlava non solo dei suoi progetti ed iniziative ma anche degli
studi storici che effettuava sulla Chiesa e su tutte le modifiche e miglioramenti avvenute nei secoli.
Ad esempio della parrocchiale di San Martino, mi raccontava che attraverso i suoi studi storici la chiesa risaliva ad una chiesa precedente con lo stesso
titolo che era menzionata già nel 1566 e che per la sua costruzione ,ancora in corso nel 1577, si utilizzava materiale delle chiese in rovina di San Quirico e di San Sebastiano.
Nel 1723 erano già presenti gli altari di San Martino, di Santa Lucia ,dei santissimi Agati ed Apollonia e un quarto altare con una pittura antica: la nascita della Vergine.
Nel 1748 gli abitanti di San Martino, contro il parere del Comune di Rosignano, chiesero al vescovo l’istituzione di una nuova parrocchia ma senza successo.
Nel 1816 si ampliò l’edificio, e fu istituita la parrocchia col titolo di Arcipretura, promotore il parroco di Rosignano Don Gandolfi.
La chiesa attuale, voluta dall’arciprete don Giovanni Coppo, fu costruita dal 1868 al 1871 accanto alla vecchia chiesa parrocchiale,
a imitazione della Chiesa neo gotica di Santa Giulia a Torino e consacrata da monsignor Ferrè il giorno 11/9/1871.
Nei suoi studi storici Don Dante mi diceva che fin dal 1690 la borgata si serviva di una piccola chiesa privata e che la chiesa fu
fatta costruire poi nel 1885 dall’avvocato Vincenzo Luparia sul modello del Pantheon e che lasciò una donazione per fondare la scuola di agricoltura.
Nel 1913 Teresa Luparia Sonia affidò la chiesa all’Arciprete di San Martino.
Al 1915 risale, poi, la conversione al tempietto votivo dedicato alla Vergine Immacolata di Lourdes.
Nei suoi 26 anni di parroco emergerà la sua grande volontà, la sua energia non comune nel restaurare e migliorare tutte queste
opere elencate e tanto altro, sempre per il bene della comunità che ne ha visto i natali assieme alle doti di guida e maestro
per generazioni di giovani e di meno giovani.
Instaurerà con i suoi parrocchiani, come già aveva fatto con i Suoi allievi di Borgo San Martino, un forte senso di appartenenza, rimanendo un punto di riferimento per tutti.
Vicino a queste eccezionali attività che lo hanno tenuto impegnato per i 26 anni da parroco, vi furono anche momenti di particolari ricorrenze e festeggiamenti.
Ne voglio ricordare in particolare alcuni.
Domenica 15 gennaio 2006.
Don Dante, proprio nella piazza antistante
alla sua parrocchia, durante una toccante
cerimonia alla presenza di tutte le autorità, ricevette il titolo di “Cittadino Onorario della città di Rosignano Monferrato“!
Don Dante proprio in quella domenica compiva l’86º suo compleanno! (Infatti era nato a San Martino di Rosignano il 15 gennaio 1920).
Ricevette le chiavi simboliche d’argento dal consiglio comunale.
Nel 2006, nello stesso anno, ottenne importanti traguardi, quali il 70º anniversario della sua entrata nella comunità salesiana,
il 60º anniversario della sua ordinazione come Sacerdote ed il 50º anniversario della sua presenza all’Istituto salesiano di
Borgo San Martino dove era rimasto direttore e preside per molti anni!.
Il Sindaco Franco Pagliano ringraziò Don Dante leggendo la motivazione approvata all’unanimità da tutto il consiglio amministrativo il 24 novembre del 2005:
“È stato un importante riconoscimento, perché Don Dante ha lavorato con grande passione e devozione per tutti gli abitanti della parrocchia per 15 anni ,ed
ha rinnovato la Chiesa ed i circostanti caseggiati“….
Era presente il vescovo di Casale Monferrato, monsignor Germano Zaccheo ,legato a Don Dante da molti anni di fraterna amicizia, che lo ha voluto ricordare nel suo
discorso di apertura: “Conosco Don Dante da molti anni, fin da quando eravamo insieme a Novara.
Don Dante mi ha dato la sua grande amicizia, ha intrapreso per molti anni un ottimo lavoro scolastico, di sport e di supporto alle famiglie impostando un
educazione salesiana“….
Commosso Don Dante nel suo discorso di ringraziamento si era così espresso : “Le mie radici sono proprio qui in San Martino: ricordo la mia prima comunione,
officiata dal parroco Don Quarello e mi ricordo che quell’occasione fu celebrata dopo con pane e salame.
Quando ero piccolo, da ragazzo io percorrevo molte miglia attraverso le colline per venire a servire messa alla chiesa di San Martino.
Non conoscevo nulla del latino ma ero abile nel rispondere a memoria.
Ricordo anche il vescovo monsignor Ernesto Coppo , sacerdote salesiano in Australia che tornò a Rosignano e mi mise il tricorno del vescovo sulla mia testa.
È stato in quel momento che ho capito la mia vocazione per essere poi ordinato prete e la mia entrata in seminario“.!
Era presente anche il sindaco di Borgo San Martino: Giovanni Serazzi, che volle ricordare :
“Don Dante è stato abile a dare al nostro collegio un’impronta e mezzi, dando il massimo delle sue energie per raggiungere tutti
i programmi ed i progetti, rendendo ogni cosa possibile“….
Un altro momento importante è stata la Mostra di “Don Bosco e i Padri salesiani: fotografie, documenti e cimeli”, svoltasi Domenica 13 settembre 2009 a San Martino di Rosignano.
Nella chiesetta dell’Immacolata, al termine della messa officiata da Don Dante, è stato ospitato nell’ambito della festa patronale la mostra su don Giovanni Bosco con una intera
sezione dedicata ai numerosi salesiani e suore di Maria ausiliatrice, arricchite da documenti ,quadri ,fotografie e altri importanti cimeli del tutto inediti .
Alla realizzazione dell’evento ha collaborato un giovane studioso Julien Coggiola, a cui va il merito di aver curato tutta la parte dedicata alla figura di Don Bosco proprio
nel 150º anniversario della fondazione della congregazione salesiana.
Anche di particolare rilievo il materiale che Alfredo Frixa ha presentato di una sua congiunta: madre Enrichetta Surbone di Rosignano, che fu per molti anni vicario
generale delle suore di Maria Ausiliatrice, che furono tra le prime a raccogliere il messaggio di Don Bosco ed a seguirlo nella sua missione evangelizzatrice.
Di grande interesse le testimonianze che Carlo Beltrame ha presentato su Marcello Rossi, altro Rosignanese e suo parente, che accolse l’invito di Don Bosco a dedicare
la propria esistenza per servire il prossimo.
E’ definito in tanti testi e studi sull’opera salesiana la “sentinella dell’oratorio“ di Valdocco, colui che, per 48 anni, fu accanto al santo come custode del
primo centro salesiano sorto in Torino.
Erano presenti anche documenti su monsignor Bonelli parroco di Rosignano e amico personale di Don Bosco.
Don Dante ha voluto curare personalmente questa importante mostra, sia per fare memoria dell’importante ricorrenza della congregazione salesiana , che come atto di amore
e di riconoscenza verso i tanti sacerdoti religiosi rosignanesi che nel passato, ed ancora oggi, onorano con la loro dedizione la nostra terra, seguendo le orme del santo
dei giovani come missionari, animatori di scuole, oratori, e responsabili di parrocchie e di centri Religiosi.
Tra i tanti indimenticabili incontri di amicizia di studi di frequentazione con Don Dante ve ne è uno che desidero ricordare in modo particolare, proprio perché avvenne
nella chiesa di San Martino dove lui era parroco.
Domenica 25 ottobre 2009, in occasione della riunione per i 75 anni degli appartenenti alla classe 1934 di Rosignano, la “Leva”, alla quale appartengo anch’io , vi fu
una messa officiata nella chiesa di San Martino da Don Dante, e mi fa piacere ripetere alcune frasi che Lui nella sua Omelia rivolse in parte a noi ed a tutti i suoi parrocchiani.
Sono certo che ognuno dei presenti dei parrocchiani e a tutti i partecipanti della nostra leva ancora oggi presenti continueranno a fare tesoro di queste toccanti bellissime parole:
“….Il ritrovarsi regolarmente, significa rinsaldare le amicizie più vere ,semplici, quelle dell’infanzia, dei primi anni di scuola, rafforza le radici, la memoria della
vostra appartenenza…… e poi ancora Ogni giorno donato di vita, deve farvi riflettere e stimolarvi a migliorare, cercando di ascoltare di più i vostri sentimenti migliori,
e che, attraverso la sapienza del cuore aumenti la vostra fede nell’avvicinarsi al Signore…
Un altro momento toccante è stato il 15 gennaio 2010 quando Don Dante ha festeggiato i suoi novant’anni con una messa solenne sempre nella sua chiesa di San Martino.
Nella sua omelia ricordò, passo dopo passo, la sua vita, i suoi momenti di chierichetto quando serviva messa a Don Quarello e poi via via tutte le altre tappe.
Con la sua gente ha sempre avuto un grande rapporto di stima e di amicizia e vi è stato un messaggio che ha voluto dare per i suoi anni 90:
“ …mi piace citare San Paolo l’apostolo delle genti: posso affermare di aver combattuto una buona battaglia, sono giunto alla fine della corsa, ma se questa tarda
ad arrivare tanto di meglio……… Voglio fare ancora del bene, bene che il tempo non può far dimenticare“!
Don Dante ha potuto celebrare un’ultima importante ricorrenza pochi mesi prima della Sua scomparsa.
Infatti il 15 Maggio del 2016, in anticipo rispetto alla data di ordinazione sacerdotale, che era il 30 Giugno, nella Sua chiesa di San Martino,
ha voluto celebrare il 70º anniversario del Suo sacerdozio.
Gli fu dedicato uno splendido concerto d’organo a cura del maestro Luca Solerio, riconoscimento particolarmente apprezzato da Don Dante, visto
che fu proprio Lui a far restaurare l’antico organo Marelli del 1898.
La sua splendida chiesa di San Martino lo accolse, infine, per l’ultimo saluto, nel giorno della sua scomparsa il 29 novembre del 2016.
Dopo averlo visto per 26 anni parroco attivo, dinamico ed eccezionale, il sindaco Cesare Chiesa, a nome di tutta la comunità di Rosignano
e di San Martino, gli riservò un toccante ed inobliabile saluto di commiato.
Infine un ultimo momento è stato il 24 giugno 2018 quando, nel pomeriggio, la comunità di San Martino ha deciso di onorare Don Dante intitolandogli la piazza della chiesa.
L’intitolazione è stata fortemente voluta dall’amministrazione comunale di Rosignano e dalla comunità di San Martino ed ha fatto registrare momenti di vera commozione.
In particolare nel discorso del sindaco Cesare Chiesa: “L’opera di Don Dante contraddistinse la sua lunga e operosa esistenza, la sua passione educativa che ancora oggi
vive ed offre frutti attraverso l’impegno dei suoi ex allievi del collegio San Carlo , i quali anche mediante l’associazione che porta il suo nome, operano con
encomiabile assiduità conferendo borse di studio a giovani studenti meritevoli , predisponendo iniziative culturali ,sportive ,soprattutto rivolte ai giovani che Don
Dante amava come il suo grande predecessore e maestro Don Bosco“.
La targa è stata scoperta da parenti del compianto Don Dante e da Don Marco Durando, ora parroco della comunità di San Martino.
Don Marco è intervenuto ricordando la figura di Don Dante e procedendo alla benedizione della targa:
“intitolare una piazza alla memoria di una persona significa far vivere per sempre il suo nome, il suo operato ...”.
È poi intervenuto anche Gabriele Ferraris, presidente della associazione Don Dante :“Don Dante, attraverso la determinazione che lo caratterizzava, ha indubbiamente
contribuito a dare lustro al territorio, ad onorare e rendere più bello il luogo in cui era nato….”..
La cerimonia a Lui dedicata, è terminata poi con uno splendido pomeriggio di musica, che ha visto protagonisti il maestro Massimo Gabba all’organo a canne,
Giuliano Ferraris al pianoforte e tastiere e Gabriele Ferraris al basso, con brani di Schumann, Bach, Listz e Pachebel.
Ricordare don Dante, vuol dire ricordare un instancabile sacerdote che ha saputo seminare con generosità ed intelligenza il cammino di intere generazioni,
consapevole che ciò che si imprime educando , rimane indelebile per tutta la vita.
Vorrei chiudere con il ricordo di una frase che mi disse durante un colloquio nella mia casa natale, dove guardando un paesaggio di verde e di boschi,
mi recitava sempre la poesia “l’Infinito”.
“i discorsi più veri, più belli e validi , non sono quelli che si scrivono nei rotoli di carta, ma nelle anime degli uomini“.
Prof. Damaso Caprioglio
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